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Recensione: Dalla Jugoslavia alle repubbliche indipendenti... (Bruno Maran, 2016)

Dalla Jugoslavia alle repubbliche indipendenti. Cronaca postuma di un'utopia assassinata e delle guerre fratricide

Infinito Edizioni, 2016, Bruno Maran

 

“La guerra è un prodotto difficile da vendere”

Intervista al Corriere della Sera di Jamie O’Shea- portavoce Nato. 23 marzo 2000

 

La biblioteca della Fondazione , nata sulle tracce dell’opera di Alex Langer ed arricchitasi sulla scia dei Premi annualmente organizzati a Bolzano, uno dei quali dedicato a Irfanka Pasagic , psichiatra di Sebreniza, testimone e deportata, ha fatto del tema guerre jugoslave e, soprattutto, delle conseguenze da esse determinate, un elemento di grande rilievo tra i vari settori librari che la compongono.

Il libro di Maran, fotoreporter padovano per Stampa Alternativa, nel 2016 pubblica il libro che di fatto segna  una linea netta nella storiografia del periodo. Se di storiografia si può parlare perché Maran bypassa secoli di resoconti storici e ritorna alle origini,  alle tabule dealbate dove i pontefici dell’antica Roma pubblicavano giorno per giorno gli eventi di rilievo. Una scelta  che ovviamente si può prestare a molte critiche ma che a mio avviso risulta vincente.  Nelle quasi settecento pagine scorre un fiume di eventi di personaggi di luoghi che hanno un potere evocativo enorme per chi ha vissuto quegli anni, nomi che occhieggiavano quotidianamente nei telegiornali, nelle riviste, nelle testate giornalistiche,  in quel marasma incomprensibile  che a me, e credo ai più,  appariva tutta la questione. Non ci era chiara ne la storia ne la geografia, gli eventi si accumulavano ed andavano a collegarsi ed allo stesso tempo a staccarsi dalla linea di comprensione che ciascuno tentava di elaborare.

Ecco questo libro ha il potere di riportarci a quel confuso mondo facendoci apparire però in modo più chiaro anche se non lineare, credo sia impossibile, la fitta trama di cui però il senso appare ancora lontano. Certo vediamo le singole ragioni, le odiose strategie, i crminali intenti, le pochezze morali, ma in una sorta di caleidoscopio dell’orrore in cui la frammentazione cromatica pare in grado solo di elaborare varianti del nero, della scala dei grigi.

Quello che si staglia in modo netto come un sasso scuro su un bianco fondale è la pessima figura che tutti fanno a partire le nazioni, Italia, Francia, Germania, Vaticano, Usa, Inghilterra, Iran, e poi l’ONU -pagine di indimenticabile bruttezza – , la NATO, tutti tesi nella  prospettiva  omicida/suicida delle loro miserrime geopolitiche.

Il tutto ha lasciato tracce anche sull’autore che dichiara la sua incapacità a dare una risposta alla domanda che più ovvia: Perché? E soprattutto che ruolo ha svolto lo pseudoconcetto di etnia?  E’ stata la sotterranea brace che ha arso per tutti i 40 anni di socialismo e poi divelto il potente cemento ideologico è emersa come dirompente lava distruttrice? O come pensano alcuni le guerre etniche sono criminale un inganno utilizzato a fini di potere,  e che quindi sono stati i soliti elementi che sempre guidano le sorti del mondo a scatenare la rabbia : denaro, brama di potenza, tornaconto personali,  incapacità individuali, assoluta mancanza di raziocinio negli uomini messi al comando?

Un libro da leggere comunque.

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